Il Complesso Monumentale di Santa Sofia: storia e curiosità

Il complesso Monumentale di Santa Sofia a Benevento è una delle testimonianze lasciate dai Longobardi in Italia ed è Patrimonio dell’Unesco dal 2011.

 

LA STORIA:

Il complesso di Santa Sofia si sviluppa intorno alla chiesa che venne fondata dal re longobardo Arechi II, anche Duca di Benevento, intorno al 760.

Nel 774 la chiesa venne dedicata a Santa Sofia e il Duca di Benevento vi unisce anche un monastero femminile benedettino che intorno al XII Secolo diventa uno dei monasteri più importanti d’Italia. Furono aggiunti un campanile romanico sulla sinistra della facciata e un protiro a quattro colonne davanti alla porta d’ingresso, con un bassorilievo ora posizionato nella lunetta sovrastante l’ingresso.

A partire dal 1595 i benedettini abbandonarono il monastero che subì, poi, gravi danni con il terremoto del giugno 1688 e del marzo 1702. Infatti, crollarono le aggiunte fatte nel periodo medievale e la cupola primitiva.

Il cardinale Orsini, che diventò poi Papa Benedetto XIII, volle che la chiesa fosse ricostruita secondo lo stile barocco. Durante il restauro venne trasformata la pianta da stellare a circolare, vennero costruite due cappelle laterali, cambiato l’aspetto dell’abside, della gacciata e, anche, dei pilastri.

Dopo l’Unità d’Italia, il 13 giugno 1872 venne rogato il Verbale di cessione, da parte dell’Amministrazione del Fondo per il Culto a favore del Municipio di Benevento, dell’intero fabbricato del Convento delle Scuole Cristiane erette in Benevento. Il 4 maggio 1919 venne stipulato un Atto di donazione da parte del Comune di Benevento a favore dell’Orfanotrofio Vittorio Emanuele III. Infine, il 17 aprile 1939 l’Orfanotrofio cede l’ex convento all’Amministrazione Provinciale.

Un discusso restauro nel 1951 ripristinò, basandosi sui documenti disponibili, le absidi e l’originale pianta della chiesa longobarda ed eliminò le cappelle settecentesche; tuttavia lasciò quasi immutata la facciata barocca.

LA CHIESA:

La Chiesa di Santa Sofia non è certamente maestosa nelle sue dimensioni ma la sua originalità sta nella forma della pianta centrale.

Presenta una forma esagonale ai cui vertici sono posizionate 6 colonne che sono collegate tra loro da archi. L’esagono è all’interno di un anello decagonale con 8 colonne di pietra calcarea bianca e 2 pilastri che stanno ai fianchi dell’entrata.

Al suo interno si creano dei giochi di luci ed ombre molto affascinanti.

Degli affreschi originari sono rimasti alcuni frammenti nelle due absidi laterali: l’Annuncio a ZaccariaZaccaria muto, l’Annunciazione e la Visitazione alla Vergine.

IL MONASTERO:

Il monastero annesso alla chiesa oggi esistente è stato costruito tra il 1142 e il 1176.

Una delle parti più belle è sicuramente il chiostro, con la sua struttura romanico-campana arricchita anche dal tocco arabo. Al centro del giardino si può vedere un capitello incavato che funge da pozzo.

Le aperture del chiostro sono adornate da 47 colonne di granito, calcare ed alabastro, ciascuna con la sua caratteristica. Sono un’ottima testimonianza del gusto creativo tipico del tempo perché vi sono capitelli e pulvini molto elabori e con figurazioni varie: fogliame, allegorie, profili di figure umane e di animale, colte in momenti di vitalità e di forza.

All’interno dello Scriptorium di Santa Sofia a Benevento venne elaborata anche la famosa “lettera beneventana” che prendeva spunto dai caratteri longobardi e poi usata in vari codici e documenti per tutto il XIII secolo in diverse regioni del Mezzogiorno.

Oggi, ospita la sede del Museo del Sannio e al suo interno si trovano diverse raccolte di reperti archeologici, armi, stampe, monete ed una pinacoteca con quadri dal Cinquecento al Settecento.

IL CAMPANILE:

Il primo campanile fu tra il 1038 ed il 1056 e crollò, purtroppo, con il terremoto del 5 giugno 1688.

Il nuovo campanile ricostruito nel 1703, sempre successivamente all’ennesimo sisma, venne posizionato diversamente rispetto all’originale. All’interno del campanile è conservata la lapide del 1703, riportante l’epigrafe incisa in occasione della ricostruzione.

Nel 1915 rischiò di essere abbattuto dall’amministrazione comunale ma Corrado Ricci si adoperò presso il ministero competente per far sì che la distruzione non fosse compiuta.

Sulle pareti del campanile si possono ammirare gli stemmi delle dominazioni succedutesi nella città di Benevento, posti in tempi recenti, come le tavole marmoree delle facciate sud ed est, che rievocano l’estensione del Sannio antico e del Ducato di Benevento.

LA FONTANA:

La fontana è di più recente costruzione, risale al 1806. Voluta dal Talleyrand, principe di Benevento, il quale si propose di restaurare diversi monumenti cittadini.

L’ideazione della fontana si deve al governatore Louis de Beer che volle sgomberare l’area antistante la chiesa per ospitarla.

È costituita da una vasca circolare al cui centro si erge un obelisco, sulla schiena di quattro leoni dalla cui bocca sgorga l’acqua.

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