La Villa romana del Casale è un antico edificio i cui resti sono situati nei pressi di Piazza Armerina, in Sicilia. È Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1997.
La Villa:
La Villa Romana del Casale, con i suoi stupendi mosaici, è uno dei migliori esempi che ci restano di una villa di lusso romana del periodo tardo-imperiale.
Su chi sia stato il proprietario della Villa ci sono diverse ipotesi.
Una di queste, è che la Villa sia stata la residenza di caccia dell’imperatore Massimiano ritiratosi dopo la sua abdicazione. In realtà, alcuni studi sostengono che quest’ultimo si fosse ritirato in Campania e non in Sicilia. Quindi, il proprietario della Villa era stato identificato in Massenzio, figlio di Massimiano.
Nulla fa veramente intendere che la villa di Piazza Armerina fosse una residenza imperiale e gli scavi hanno dimostrato che il possesso di dimore sontuose era un fenomeno molto diffuso e nient’affatto eccezionale nell’alta aristocrazia romana.
Tra le ipotesi più accreditate c’è quella che identifica il proprietario in Lucio Aradio Valerio Proculo Populonio, governatore della Sicilia tra il 327 e il 331 e console nel 340.
Gli scavi:
La scoperta della Villa romana del Casale si deve al lavoro di Gino Vinicio Gentili che nel 1950 iniziò l’esplorazione della zona dopo alcune segnalazioni. Grazie ai mosaici riuscì a datare il periodo storico di corrispondenza della Villa, ovvero, l’età tetrarchica (285-305).
Secondo alcuni studi sulla Villa ed i mosaici la corrispondenza temporale si aggira all’incirca tra il 320-370, come testimonia anche la tecnica di costruzione utilizzate delle volte in tubi fittili di alcuni degli ambienti.
La struttura:
Tra i resti è possibile individuare 4 nuclei:
- ingresso monumentale a tre arcate con cortile a ferro di cavallo
- corpo centrale della villa, organizzato intorno ad una corte a peristilio quadrangolare, dotata di giardino con vasca mistilinea al centro
- grande spazio, preceduta da un peristilio ovoidale circondato a sua volta da un altro gruppo di vani
- complesso termale, con accesso dall’angolo nord-occidentale del peristilio quadrangolare
I mosaici:
La particolarità della Villa del Casale, oltre ad essere una delle più lussuose, è la presenza di mosaici rimasti in ottima qualità.
I mosaici sono un vero e proprio tesoro che ci dà una ulteriore testimonianza delle abitudini di vita dei romani.
Sono circa 3.500 i metri quadri di superficie ricoperti da mosaici in perfetto stato, forse eseguiti da maestri africani. È possibile dividere le scene rappresentate in due filoni stilistici e narrativi riconducibili probabilmente a due esecutori differenti: il primo, più classico, si dedicò principalmente alla rappresentazione di scene epiche e legate alla mitologia, mentre il secondo posò il suo sguardo sulla vita quotidiana e domestica e sulla riproduzione fedele di animali e piante.
Tra i mosaici presenti, uno dei più grandi è quello che si trova nel “Corridoio della caccia”. Nella parte più a nord si vedono tessere quadrate molto regolari e pochissima maiolica e i colori usati sono circa venticinque; nella parte sud, le tessere sono meno precise e spesso affiancate a pezzi di roccia, i colori usati sono soltanto una quindicina.
Negli appartamenti padronali, quello che si trova più a nord è il più piccolo e meno decorato perché forse apparteneva alla padrona o al figlio del padrone della villa; quello più a sud, invece, è visibilmente più grande e maggiormente decorato. Uno dei mosaici che cattura maggiormente l’attenzione tra quelli presenti negli appartamenti vede protagonista Polifemo.
Un altro ambiente certamente interessante è quello del complesso termale raggiungibile dall’ingresso. Suddiviso in: frigidarium, tepidarium e calidarium. Nel frigidarium sono rappresentati Eroti pescatori che interagiscono con Nereidi e Tritoni. Nelle nicchie è raffigurata la mutatio vestis, ovvero personaggi che si vestono e si svestono, probabilmente per indicare la funzione di spogliatoio di quell’ambiente.
Uno dei mosaici più famosi, è quello delle ragazze in bikini. Questo mosaico raffigura la libertà di cui godevano le donne patrizie romane, erano libere di poter curare la loro forma fisica eguagliando gli uomini.