Enogastronomia Val di Noto

La gastronomia della Provincia di Siracusa affonda le proprie radici nella storia millenaria e lascia intravedere una contaminazione multiculturale che va di pari passo con la stratificazione culturale siciliana. La cultura greca, la dominazione romana, l’invasione araba, l’impero federiciano, la dominazione spagnola etc. hanno lasciato segni indelebili anche nella cultura enogastronomica. Comune denominatore fino al periodo antecedente il boom economico degli anni 50 era la differenziazione tra “il mangiare di tutti i giorni” ed “il mangiare delle feste”.

La pasta fatta in casa, in special modo i ravioli di ricotta al sugo di maiale e tanti tipi di carne legata al lavoro agricolo come la gallina ripiena, il coniglio “a’ stimpirata” con aromi e aceto, la carne di maiale servita in tanti modi compresa la famosa gelatina, erano “il mangiare delle feste”. Cibi molto più semplici, quasi frugali, basati soprattutto sui legumi, le verdure e il pane erano “il mangiare di tutti i giorni”.

Tra le pietanze tipiche del siracusano si possono ricordare ‘a cuccia, frumento cotto condito con latte e miele, le ’mpanate (focacce con diversi ripieni, che spaziano dalle verdure alle patate, dal formaggio al pesce, dalla carne agli ortaggi), i dolci, a partire dal torrone, prodotto con la lavorazione della mandorla, così come il famoso latte di mandorla, o i confetti, realizzati con una particolare specie di frutto, la mandorla “Avola”, tipica della città esagonale, conosciuta nel mondo da secoli per le sue peculiarità. E poi ancora le granite ai vari gusti, l’infinita gamma di biscotti, “a cubbaita” o “giuggiulena”, e cioè un particolare torrone fatto col sesamo.

Altrettanto tipici sono la caponatina, realizzata con diversi ortaggi e aromi (melanzane, peperoni, patate, cipolle, olive, capperi etc.) che si presta ad accompagnare sia piatti di carne che di pesce, “a pasta co’ sucu niuru” realizzata con il nero delle seppie, “a pasta fritta”, “i puppetti i muccu” cioè polpette fatte con il bianchetto, pesce di piccolissima taglia, “u pizzolu” particolare elaborazione della pizza, che si presta al condimento sia salato che dolce etc. I piatti descritti trovano origine da prodotti d’eccellenza di cui è piena la terra d’Archimede e che hanno ottenuto marchi di qualità e riconoscimenti internazionali, come il miele di Sortino, il Pomodoro “Pachino”, che ha preso il nome dal luogo di produzione, riconosciuto IGP (Indicazione Geografica Protetta) e ormai divenuto famoso in tutto il mondo, caratteristico dei terreni dei comuni di Pachino e Portopalo di Capo Passero, unico e dalla dolcezza inimita bile, il “femminello”, limone dalle straordinarie proprietà organolettiche, anch’esso di recente riconosciuto con l’IGP, il “tarocco”, l’arancia pigmentata rossa di Francofone etc.

Altrettanto rinomata è la produzione vinicola del Siracusano che eccelle per qualità e pregio: il Nero d’Avola (rosso rubino da pasto), il Moscato di Noto ed il Moscato di Siracusa, già decantato da Plinio, con due diversi profili: il Solacium, dal sapore dolce e vellutato e dal colore giallo-oro vecchio, che viene abbinato ai dessert; ed il Pollio che si accompagna a crostacei, verdure fresche e formaggi. Di recentissima produzione è lo Spumante di Siracusa, prodotto da uve Moscato di Siracusa. E poi l’olio extravergine, ricavato da un’oliva che cresce solo nella zona dell’entroterra, tra Buscemi, Cassaro, Ferla e Palazzolo: la Zaituna o Oliva siracusana

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