Festa della Bruna

Le leggende

Apparizione
Sono addirittura tre le leggende che si raccontano a Matera su questa festa.
Una di queste narra di una ragazza sconosciuta, apparsa ad un lavoratore della terra al rientro verso la città di Matera. La fanciulla chiese al buon uomo un passaggio sul suo carro e questi, dopo averla accompagnata fino alle porte della città, nei pressi della chiesetta di Piccianello, la vide trasformarsi in statua. La Vergine salutò quindi l’incredulo contadino sussurrandogli queste parole: “È così, su un carro addobbato, voglio entrare ogni anno nella mia città”.

Una seconda leggenda sul perché della distruzione del Carro trionfale, narra invece di un probabile assalto dei saraceni. I materani, per scongiurare il pericolo che le icone della loro profonda devozione e venerazione cadessero nelle mani degli aggressori, distrussero loro per primi il carro, evitandone il saccheggio.

La terza leggenda racconta invece che il Conte Tramontano, signore di Matera, abbia promesso alla cittadinanza di Matera tutto il necessario per lo svolgimento della Festa in onore della Santa patrona, persino un carro nuovo ogni anno. I materani per mettere alla prova il mal sopportato tiranno, assaltarono il Carro trionfale costringendo il Conte a mantenere la promessa fatta.

Madonna della Bruna

Sacra Immagine

È radicata nei materani la convinzione che il nome Bruna provenga dal colore bruno dell’immagine della Madonna presente nel Duomo. Il restauro però ha smentito tale tesi, infatti il colore è piuttosto chiaro e l’opacità era dovuta al fumo delle candele accese nella Chiesa Madre dai credenti nei secoli. Il nome fu quindi probabilmente istituito da Urbano VI nel momento stesso in cui propose l’istituzione di questa festa (1389). Gattini attribuisce invece al vocabolo “bruna” (che significa corazza) il significato di questo nome. Per altri “bruna” sarebbe una riduzione dialettale di Hebron, città della Giudea dove la Vergine visitò Santa Elisabetta. Da qui l’altro nome meno usato di “Visitazione”.

Istituzione della Festa della Visitazione

Festa della Visitazione

L’Arcivescovo di Praga Giovanni Jenstein istituì la festa della Visitazione nella sua giurisdizione e propose ad Urbano VI (Papa del 1378 al 1389) di estenderla a tutta la Chiesa, per evitare la sua definitiva divisione. Bartolomeo Prignano, già vescovo della città di Matera, propose ai Cardinali nel concistoro dell’ 8 Aprile 1389 l’introduzione della festa “La Visitazione di Maria Santissima” con l’intento di conseguire la pacificazione nell’ambito politico ed ecclesiastico, al tempo molto inquieto (Grande Scisma d’Occidente).Fu però Bonifacio IX a far sua l’idea di questa festa e, non appena varcato il soglio pontificio, pubblicò l’8 Novembre 1389 la Bolla “Superni benignitas conditoris” redatta dal suo predecessore.

La data del 2 Luglio

Per tradizione, in accordo con i fatti evangelici della Visitazione descritti la Luca (Lc. I, 39-56). Si legge infatti che Maria rimane presso sua cugina Elisabetta fino alla nascita di Giovanni Battista, attendendo probabilmente altri otto giorni per il rito dell’imposizione del nome. Accettando questo computo del periodo trascorso, la festa della Visitazione, di origine francescana (i frati minori la celebravano già nel 1263), veniva celebrata il 2 luglio, cioè al termine della visita di Maria. Sarebbe stato più logico collocarne la memoria dopo il 25 marzo, festa dell’Annunciazione, ma si volle evitare che cadesse nel periodo quaresimale. La festa venne poi estesa a tutta la Chiesa latina da papa Urbano VI per propiziare con la intercessione di Maria la pace e l’unità dei cristiani divisi dal grande scisma di Occidente. Il sinodo di Basilea, nella sessione del 10 luglio 1441, confermò la festività della Visitazione, dapprima non accettata dagli Stati che parteggiavano per l’antipapa. L’attuale calendario liturgico, non tenendo conto della cronologia suggerita dall’episodio evangelico, ha abbandonato la data tradizionale del 2 luglio (anticamente la Visitazione veniva commemorata anche in altre date) per fissarne la memoria all’ultimo giorno di maggio, quale coronamento del mese che la devozione popolare consacra al culto particolare della Vergine. Ancora oggi esiste in questa data la festa di Maria SS della Visitazione patrona della città di Enna e ciò dimostrerebbe la coincidenza di tale data con l’Ottava della festa di San Giovanni Battista. Altre tesi vogliono far risalire le Celebrazioni del 2 Luglio a Matera ancora prima dell’istituzione della Visitazione avvenuta nel 1389, ma non sono disponibili documenti per avvalorare o meno questa tesi.

La Processione dei Pastori

La Processione cosiddetta “dei pastori” è sempre partita nelle prime ore dell’alba dalla Cattedrale per girare la città (i due quartieri dei Sassi). A partire del 1800 compaiono i primi due tamburi e poi due violini che accompagnano il Quadro della Madonna per le parrocchie e le principali chiese del Caveoso e del Barisano. Rientrata la processione nella Chiesa Madre, ai congregati e ai suonatori veniva offerta la colazione. Tra gli aspetti folkloristici che caratterizzano la Processione, meritano sicuramente di essere citate le ‘batteriè di polvere da sparo, che avvisano del passaggio del Quadro della Vergine; altra caratteristica è l’esposizione sui balconi di velluti bianchi in segno di festa. Già negli anni Novanta, il percorso attraversato dalla Processione, fu modificato e allungato. come è lecito aspettarsi, oggi, i Pastori della Bruna attraversano i quartieri più vecchi della Città, senza però ripercorrere gli stretti vicoli che caratterizzano i Sassi.

Elementi Profani

L’elemento profano che compare per primo, nel 1605, è il fuoco d’artificio. Dai documenti storici si legge dell’acquisto di un rotolo di polvere. Lo sparo di una bomba carta come indicatore di festeggiamenti è stato utilizzato qui prima che in ogni altra manifestazione, e sarà stata introdotta nella festa per volere non soltanto del popolo, ma anche di sacerdoti e gentiluomini (coloro cioè che ne curavano le spese). Dopo il fuoco d’artificio, l’altro elemento profano a segnare una novità nella Festa sono le luminarie. In seguito ai numerosi restauri apportati nel corso dei secoli alla torre campanaria del Duomo, si ha traccia e testimonianza dei primi lumi e lampioni che arricchiscono piazza Duomo. In seguito le luminarie si estesero fino alla piazza del Sedile. Per motivi politici e di sicurezza, il 10 dicembre 1768 venne disposto da Napoli (nel XVIII secolo Matera apparteneva ai Borboni) che tutte le processioni dovevano svolgersi di mattina, in nessun caso nel pomeriggio. Dopo varie vicissitudini nel 1836 si permettono le processioni dopo il vespro, purché terminino entro le 23.30 e le strade principali attraversate siano illuminate.

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