La Grotta di San Michele a Monte Sant’Angelo

Monte Sant’Angelo, in Puglia, è un suggestivo angolo del Gargano ricco di testimonianze di fede e di religiosità.  Il Santuario di San Michele Arcangelo inserito nella Lista dei patrimoni dell’Umanità dell’Unesco dal 2011, è una meta di viaggi sospesa tra cielo e terra, con vista sul golfo di Manfredonia, che nasconde la sua maestosità all’interno di grotte e parti sotterranee.

La grotta di San Michele Arcangelo, una delle più famose della città, è una delle principali ragioni per cui Monte Sant’Angelo è stata definita città sacra del Gargano, rivelandosi come uno dei più remoti luoghi della cristianità.

La Grotta di San Michele

La tradizione religiosa di questi spazi ci racconta che proprio in questa famosa grotta apparve l’Arcangelo Michele per proteggere la città dagli assalti barbarici, da cui, appunto, la sua denominazione. La grotta fu dapprima luogo di culto dei Longobardi, poi della chiesa latina, quindi destinazione di pellegrini e crociati. La sua importanza accrebbe poi grazie a Federico II di Svevia che, di ritorno dalla crociata del 1228, vi donò un frammento della “Vera Croce”, incastonata in una croce di cristallo.

La struttura e le sue evoluzioni

La grotta calcarea di San Michele è una struttura architettonica davvero particolare. È profonda 52 metri, larga tra i 6 e i 15 e alta tra i 3 e i 7 metri. Le pareti sono rivestite da muschi, mentre dalla volta pendono stalagmiti e stalattiti cui corrispondono piccoli rigonfiamenti sul pavimento, reso viscido dall’acqua piovana.
In origine non era facile raggiungerla. Ci si arrivava percorrendo un sentiero in salita dalla valle attraverso un porticato e una galleria che sbucavano nella irregolare e profonda spelonca. Nel VII secolo furono i Longobardi, che avevano occupato i territori del Gargano, a realizzare alcuni lavori di ristrutturazione e ampliamento della basilica.

La scalinata Angioina

Le strutture che attualmente conducono il pellegrino alla sacra grotta sono opera degli Angioini che nel XIII secolo realizzarono la scalinata di 86 gradini che porta verso la Grotta. Suddivisa in cinque rampe, interrotte da quattro ripiani la scalinata si erge tra pareti laterali e arcate che delimitano le sepolture delle antiche famiglie del luogo. La scalinata termina con un portale inquadrato da colonne tortili poggianti su leoni e plinti chiamato tradizionalmente “Porta del toro” dal grande affresco che lo sovrasta, raffigurante, appunto, l’episodio del toro della prima apparizione di San Michele.

L’altare di San Michele Arcangelo

Tra le particolarità della Grotta spicca l’altare di San Michele, realizzato scavando il fondo della Grotta. Al suo centro spicca maestosa la statua di San Michele, scolpita nel marmo bianco di Carrara.
Alta circa 130cm, la statua rappresenta l’Arcangelo in atteggiamento e vesti di guerriero che calpesta Satana. Il suo volto sembra sorridente.  Il capo è ornato da una chioma a riccioli, a boccoli e a ciocche: un unicum nel suo genere nella storia della scultura. Il braccio sinistro è teso verso il basso. Il braccio destro, sollevato, impugna una spada disposta trasversalmente, in atto di minaccia. La posizione è quella di un soldato vincitore che, tuttavia, vigila affinché il nemico non possa più essere offensivo.

Unica italiana nella top 10 delle Grotte Sacre scelte nel mondo dal National Geographic, la Grotta di San Michele Arcangelo è un agglomerato di storia, fede e cultura. Una destinazione di viaggio emozionale per riscoprire se stessi in una cornice unica nel suo genere.

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